Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, II.djvu/132

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sorte in coteste parti ad esercitare lo ufficio di visitatore apostolico citò la Rondine a comparirgli davanti, che infatti venuta, dopo tocca una bravata da buttare a terra i campanili, ebbe il dispiacere di sentirsi leggere in faccia la sentenza di morte. Il misero uccello, compresa la enormità del peccato, non pianse no, non cadde genuflesso a domandare misericordia, ma venutosi in odio, abborrendo la vita, portentoso a dirsi, difficile a credersi se non lo affermasse proprio il padre Rosignoli Gesuita, da se medesimo si tagliò la testa! — Il gesuita padre Rosignoli, da quel cervello fino ch’egli era, volendo fare risaltare la pietà degli Uccelli (zelo di famiglia lodevole!) saviamente osserva che pochi, anzi nessuno fra gli uomini trovandosi nei piedi della Rondine avrebbe acconsentito a tagliarsi con le proprie mani la testa ed in questo io vado d’accordo con lui.

E non aveva inteso il meglio: il Surio nella vila di santo Maclovio o Macuto ci riferisce come cotesto santo trovandosi in mare il giorno di Pasqua ordinasse ad una Balena di sostare e mettere fuori dell’acqua la schiena, tantochè egli ci potesse celebrare la santa messa, e la Balena obbediva. Scesero quindi sopra le spalle allo immane ceto la ciurma, i pellegrini e i sacerdoti; l’altare apprestarono, i moccoli accesero e la messa incominciò. Le cose procederono d’incanto fino al punto nel quale il sacerdote voltatosi alla turba