Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, II.djvu/205

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mili insegne comuni col Pioppo mignone del re.

Le donne di Santa Croce, e questo non è storto amore, bensì libito rotto a mostruoso appetito, procuravano che certo insetto mordendo gli amanti proprii od i mariti là dove non si può dire ne aumentassero i capitali all’infinito, onde poter far meglio i fatti loro294. Però la morte teneva dietro al morso, ma le donne non se ne davano per intese consolandosi col proverbio, che morto un papa se ne fa un altro. Così finchè durò, fu nuova causa questa a singolari omicidii, e il fatto è sicuro. che tale virtù maligna ebbe l’insetto guaco, del quale volendo dare contezza ai sapienti di Europa un certo frate se lo inocchiò dentro una coscia, dove tanto egli crebbe, con patimento orribile dello incauto scienziato e insopportabile fastidio della ciurma, che per dare termine allo strazio di lui si trovò costretta a gittarlo nel mare.

Per me basta tanto; che se di conoscere più addentro questo argomento ti pigliasse vaghezza, leggi Tacito, Svetonio, Sifilino, Lampridio, con gli altri scrittori della storia augusta e Petronio, e tu penderai incerto se più gli uomini apparissero al mondo scellerati o matti, comecchè scelleratamente e pazzamente si comportassero.

Non è bassa voglia soltanto, ma turpe, venire a contesa con la razza umana nella