Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, III.djvu/108

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gli antichi, il quale, dopo aver capitanato eserciti e vinto nemici in abbattimenti terribili, attese senza bifonchiare all’ufficio di tenere nette le strade a cui gli emuli suoi lo avevano fatto preporre per avvilirlo, rendendo con la virtù sua cospicuo un ufficio per lo innanzi tenuto in dispregio; e fra i contemporanei miei andarono famosi Giorgio Washington, il quale, liberata la Patria, veruna cosa ebbe maggiormente a cuore che tornarsene in villa alla custodia dei campi paterni, e Simone Bolivar, che dopo aver detto con animo concitatissimo ai conterranei suoi — voi non saprete degradarmi; il nome dì re non vale quello di liberatore — si tolse volontario esilio, raccapriccito all’idea di essere eletto principe da uomini che egli aveva affrancato dalla tirannide449. Ma questi fatti che ricordava io Asino, gli uomini avevano da remotissimo tempo dimenticato; però mostrandomi umile mi vollero abbietto, non si potendo immaginare che sotto la mia pelle di Asino la politica e la virtù militare avevano posto, sto per dire, le tende.

La Invidia, il tristo nemico, che

Mai non si doma, nè Virgilio il vinse
Nè il Meonio cantor450,

anzi ai più degni più ringhia, come vediamo tenere dietro ai maggiori corpi l’om-