Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, III.djvu/122

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ratamente. La zuffa fra quel capo spiccato dal basto e la Pulce intera si produsse oltre a mezz’ora senza ch’ei desse segno alcuno di morte, e forse il morto avrebbe ammazzato il vivo, se per buona sorte non fossero sopraggiunte altre Pulci, le quali persuasero con le buone a quel capo che, essendo ormai stato mozzo, si rassegnasse a sostenere in pace la sua parte di morto. Nè vale contrapporre san Dionigi che corse dietro al suo capo tagliato e, ripresolo, con quello sotto il braccio si andò con Dio; altri anche aggiungono che prima lo baciò, perocchè cotesto fatto si legga nel Flos sanctorum e fu miracolo; nè Orillo, a cui quante volte era reciso il capo lo agguantava pel naso e riponevalo al posto; perocchè cotesto si legga nell'Orlando furioso e fu fantasia di Messere Lodovico Ariosto e fantasia di poeta eziandio fu l’altra del guerriero tagliato così finamente e con bel garbo a mezza vita che continuò a menare strage fino a sera, dove nello scendere da cavallo cascò mezzo da un lato e mezzo dall’altro:

«il Povero uomo non se n’era accorto
Combattè tutto il giorno — ed era morto.»

Panzane o miracoli questi; quello delle Pulci cosa vera e naturale; e se non ci credi valla a provare in Australia.

Una volta fui vinto: non mi piace dis-