Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, III.djvu/139

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quella che per avventura desiderasse proruppe in suono lamentoso che in cotesto immenso vacuo venne da mille echi ripercosso. Le strane regioni fremono dintorno un guaio sterminato, e la pietà irresistibile e ratta, come favilla elettrica, scosse tutti i cuori delle Bestie. L’effetto della parola superando l’aspettativa dello stesso oratore lo concitava a continuare con infervorata eloquenza:

— Chi questi ed altri più lacrimabili casi degli Animali raccontò? Veruno. Mancano alle sventure nostre poemi, storie ed anche semplici cronache. E come poteva accadere altrimenti se i papi stessi, i quali, non fosse altro, per carità del prossimo dovevano pigliare in mano la nostra causa, tanto ci tennero in dispregio che da Sisto IV, a cui Teodoro Gaza dedicò la Storia delle Bestie, vedendosi ricompensato con soli cinquanta scudi, gittò il danaro nel Tevere e, maledicendo le lettere, si ritrasse in Calabria, dove indi a poco disfatto dalla etisia morì480. Un signore inglese, di nome Byron, con versi ricchi, proprio da pari suo, cantò della figlia che porgendo le mammelle al vecchio padre condannato a perire di fame in carcere per buono spazio di tempo nudrì481: sono quattro stanze, ma quattro stelle del Carro, che Dio stesso con le sue sante mani creò in un tripudio di amore, le pareggiano appena di gloria e di luce. Se un cherubino