Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, III.djvu/169

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tutti i medici uniti insieme non avevano potuto, voglio dire scoppiarli il tumore e sanarlo518. Così il medesimo riso sortiva effetto diverso, funesto nell’empio che, avendo in tasca il simbolo degli Apostoli, conchiudeva il suo tristo Credo con le parole:

E soprattutto nel buon vino ho fede.
E credo che sia salvo chi ci crede519.

avventuroso nel Mazzarino, in primis perchè arpione o cardine della Chiesa cattolica, ed oltre a ciò la castità, ingenuità e sincerità del personaggio e, se altre vi hanno virtù che finiscano in a, delle terrene dovizie il disprezzo esemplare e gli altri pregi inerenti alla sacra porpora cardinalesca lo facevano degno di quello non meno che di maggiori benefizii.

Alla peggio; o eterni nemici nostri, dite faceste ridere voi altri quando sprofondaste nella gola, come nel baratro, le sostanze, vostre, quelle dei pupilli alla fede vostra commessi, il vivere quieto di popoli interi? Faceva ridere Claudio imperatore che, seduto a rendere ragione nel foro di Augusto, sentito l’odore dello stufato che cocevano i sacerdoti Salii nel prossimo tempio di Marte, lasciati in asso i litiganti, là corse con la lingua fuori a mangiarlo? Ovvero quando pinzo a crepa pelle di cibo, cotesto imperatore del mondo si buttava a giacere a pan-