Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, III.djvu/171

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il quale per essere avvelenato tolse di vita ben centotrenta persone522. E prima di Vitellio, Drusilliano Rotundo liberto di Claudio se n’era fatto fondere uno di argento di cinquecento libbre; e i servi di Drusilliano altri ottocento ed anche di ottocento cinquanta libbre523. O Curio, dov’erano andate la tue rape allora! Come e dove in breve secolo traboccano i popoli! — Gl’imperatori non parvero soli a empire gli enormi piatti di cose enormi: leggesi di Esopo Clodio istrione tragico, il quale ne imbandì uno ai convitati suoi composto di uccelli addestrati a imitare il linguaggio degli uomini, di cui ognuno costava meglio di seimila sesterzi!, sicchè la vivanda valse intorno alle venticinquemila lire di moneta fiorentina524. Massimino imperatore mangiava a pasto quaranta libbre di carne quando si sentiva svogliato; avendo appetito fino a sessanta; in quanto a bere faceva punto al quattordicesimo fiasco525. Principesco spettacolo lo stravizio se immane: quindi prese diletto Aureliano imperatore a guardare Fagone, che divorò nel giro di ventiquattro ore un Cignale, un Porco di latte, un Montone e cento pani; di vino ne vuotò una botte526. In tempi più prossimi Enrico I re d’Inghilterra per satolla di Lamprede muore527; don Pietro di Toledo per satolla di Beccafichi a Firenze, onde il genero