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Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, III.djvu/197

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«e sfacciata primeggiare su i buoni546". Non ci fu che Platone, il quale prossimo alla morte ringraziava il suo genio perchè nato era uomo, non animale irragionevole547; ma se a parere suo l’uomo ebbe a definirsi animale bipede e senza piume, davvero non si comprende la cagione per cui egli non dovesse desiderare piuttosto di essere nato quadrupede e coll’ale a mo’ degl’Ippogrifi: ma costui in tutta la vita si compiacque fare e dire cose assurde, come a mo’ di esempio recarsi a Siracusa per insegnare a Dionigi tiranno di comportarsi da galantuomo, e sostenere che nelle crespe del viso della sua vecchia Archeanassa egli vedeva averci Citerea deposto il nido degli Amorini.



NOTE


al §. XV.

(397) S. Gervais, Op. cit., t. 1. Porcacchi, Op. cit. p. l. 2. Io la credeva fandonia; ma non pare così: per la quale cosa sempre più sono venuto nella sentenza di quel grullo di Dante Alighieri che con questi stupidi versi ammaestra:

Sempre a quel ver, che ha faccia di menzogna,
Dee l’uom chiuder le labbra quanto ei puote,
Però che senza colpa fa vergogna. — Inf. 16.