Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, III.djvu/34

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flauto, secondo che ne porge testimonianza l’altro ritratto scolpito in pietra nella cattedrale di Amburgo394.

Se le lodi, i conforti e gli ozii studiosi furono reputati necessarii anco ai diligenti affinchè riuscissero nelle arti preclare, giudica tu che cosa dovesse ricavarsi da me ammannito con gli apparecchi che mi accingo a raccontarti. Era di maggio, era di notte, quando il tepido alito secondato dalle ombre feconda le piante, che la mattina, mercé l’aiuto dell’alba levatrice, partoriscono i fiori, e la luna si avvoltola in mezzo al cielo sereno come una gatta in amore per l’erbe del prato. L’ora del tempo e la dolce stagione piovevano sul cuore degli animali una cara mestizia, che gli induceva a sospirare teneramente, ed io con gli altri, attendendo tuttavia a pascere l’erba del parco, sospirava. Ecco di repente un suono scuote le mie orecchie.... come gli angioli cantino veramente io non ho udito fin qui, io lo udirò fra poco, così mi giova sperare, ma faccio conto che o giungano a cotesto segno o lo passino di poco; levo la testa, a passi lenti mi avvio colà donde mi parve si partisse il suono e giungo dopo non molto cammino alla villa in fondo al parco. Oh Numi! Una fanciulla bella come i suoi occhi (e quei suoi occhi sembravano fratelli delle stelle, levati in alto a leggere la musica scritta in cielo) consegnava alle aure