Pagina:Guerrazzi - L'asino, 1858, III.djvu/77

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sia calva per tutti così popoli come individui, e il fatto lo provò, che presto mutando le voglie, i tempi e la ragione dei tempi non avendo fatto potere alla Francia quando voleva, più tardi non volle, anzi disvolle; e trattenuta dal sovvenire la Italia venne a nuocerle. I Popoli grandi e forti, letificati da Dio con le benedizioni della Libertà, hanno l’obbligo di reggere col consiglio e con le armi quelli che si levano ad acquistarla od a ricuperarla, sotto pena di trovarseli morti sopra le braccia; tu all’opposto ti restasti con la bocca aperta a vedere il turbinìo della rivoluzione, augurando il finimondo. Quanto è più riarso il terreno dagli estivi ardori, tanto per poco di vento che si levi andrà ingombro di nembi di polvere, i quali oscurano il cielo e lo aspetto delle cose tramutano. Indi a breve, cessato il soffio, che rimarrà dello scombuiamento? Nulla: un po’ di polvere, trasportata da un luogo ad un altro. Come il fanciullo si accosta all’orecchio la conchiglia, e udito il ronzìo che mena l’aria nel cavo tripudia, tu ti ci recasti il coccio della tua vanità e bambinasti funesto agli uomini più di trenta Tiberii: adesso, cerretano, a che rimani? Non contento di mal fare, ora ti rendi sazievole col mal dire. Forse le Muse ellene e le ausonie da te bestemmiate ti serbano in vita per mostrare al mondo che il marito dell’Aurora tramutato in Cicala non fu favola antica422.