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Piccolo Comento al Canto V del Purgatorio 179


O come dunque nel decimoquinto dell’Inferno Brunetto Latini prende il Poeta pel lembo del vestito:

Fui conosciuto da un che mi prese
Per lo lembo...


O come mai, nel trentesimosecondo dell’Inferno, Dante afferra Bocca degli Abati

Allor lo presi per la cuticagna
.     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     .     
Io avea già i capelli in mano avvolti —?


Insomma queste ombre che sono ora tangibili ed ora no, che cosa sono veramente?

Una ingegnosa ipotesi vorrebbe che le anime dotate di una tal quale saldezza nell’Inferno, di mano in mano che il Poeta sale, si volatilizzino e diventino progressivamente più diafane ed impalpabili. Ma a ciò contrasta quel che dice lo stesso Poeta, proprio al principio dell’inferno,


Noi passavam su per l’ombre che adona
La greve pioggia e ponevam le piante
sopra lor vanità che par persona:


e si noti la corrispondenza persino verbale di questa vanità dell’Inferno colle ombre vane del Purgatorio.

Come si concilia dunque la palmare contraddizione di questi due concetti sulla essenza vera delle ombre?