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DIVORZIO


Alessandro Dumas commise uno strano errore alla pagina 231 del suo libro sul divorzio. Egli credette che la legislazione italiana in fatto di matrimonio ci permettesse di optare tra il codice e la religione, tra il contratto civile indissolubile e il sacramento cattolico facile a vendere ragioni di nullità. Invece qui, come allora in Francia, una legge assurda regola questa materia, ed un coniuge può ben essere ladro, infame, galeotto, che l’altro innocente è incatenato a lui ed alla sua infamia senza speranza di infrangere mai la catena. Qui, come allora in Francia, non resta che la separazione civile, uno de’ più insufficienti e ridicoli mezzi termini che siano usciti dai cervelli rammolliti de’ dottrinari. Per l’adulterio non c’è altra pena che la irrisoria di qualche giorno di carcere pronunciata fra le grasse risa del pubblico, se pure non si ricorra al tuez-la, spicciativo mezzo di divorzio che il pubblico ap-