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Pagina:Guglielminetti - Anime allo specchio, Milano, Treves, 1919.djvu/157

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il sottile inganno 147

liano ha tentato di trasformarla secondo i suoi gusti di raffinato intelligente. Ella è rimasta e senza sua colpa quella che era a vent’anni: tranquilla e mediocre, fredda e docile come una bambola meccanica.

Gigi De-Fer ascoltava fra incredulo e sbalordito, attaccandosi all’ultimo sospetto che quella ragazza, intuendo la sua appassionata ammirazione per la cugina tentasse di abbassarla per una comprensibile gelosia dinanzi ai suoi occhi.

Ma l’altra gli si era seduta in faccia e sfogliando una rosa col capo chino ad osservarla continuava con voce tranquilla:

— Io le voglio molto, molto bene, povera Matilde e Giuliano stesso è un modello di marito, ma essi sono diversi come il giorno e la notte, come l’acqua e il fuoco; c’è fra di essi una incompatibilità inconciliabile, sebbene vivano in apparenza nel più completo accordo.

Gigi meditò un momento, pensò a quelle lettere riboccanti di sensibilità, scintillanti di spirito, squisite di oscure tristezze e credette di poter sciogliere per sè e per Marta l’enigma di quella vita di donna.

— Sua cugina deve possedere una intensa vitalità interiore che non può rivelarsi al marito, che non può esprimersi con le parole consuete ma che in talune circostanze favorevoli e ad uno spirito affine che la sappia