Pagina:Guglielminetti - Anime allo specchio, Milano, Treves, 1919.djvu/163

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questa è la verità 153

domani e per portarmi via. Ecco il suo telegramma.

Trasse un foglietto dalla tasca della sua giacca e lo porse piegato a Sergio. Ma questi non lo prese e continuò a fissarla con i suoi occhi infossati nei quali pareva passare il bagliore d’una minaccia.

— Egli non vi porterà via, — proruppe finalmente con una voce bassa ma alterata dall’ira e dall’angoscia. — Da dieci giorni voi mi appartenete ed io sono pronto a tutto, mi capite? a tutto, pur di non cedervi a quell’uomo che odio.

— Ma quell’uomo è mio marito, riflettete, Sergio, — pregò Bianca con dolcezza, — quell’uomo ha dei diritti che voi non avete ed è il padre del mio bambino; io posso averlo per un momento ingannato, ma abbandonarlo no, mai.

— Ah voi l’amate, dunque? — sogghignò Sergio con le braccia conserte sul petto. — Eppure l’avete tradito con me, con lo straniero di passaggio e forse soltanto per il piacere dell’avventura. Ma io vi amo, io non vi voglio perdere, io mi sono attaccato a voi con tutta la mia volontà selvaggia e non vi lascerò.

Bianca Olinti era giunta un mese e mezzo innanzi in quella città di mare, convalescente di una grave malattia, e poche settimane dopo vi capitava l’ungherese coi suoi servi,