Pagina:Guglielminetti - Anime allo specchio, Milano, Treves, 1919.djvu/171

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questa è la verità 161


L’altro in piedi dinanzi a lui lo fissò un momento coi suoi occhi infossati nell’orbita, poi allargò le braccia e dichiarò cupo:

— Signore, da dieci giorni io sono l’amante di vostra moglie. Questa è la verità.

Seguì una pausa durante la quale Rinaldo Olinti ebbe un primo pensiero: quello di sferrargli un pugno nel petto e mandarlo a ruzzolare nella ghiaia del viale; e poi subito un altro: ch’egli si trovava dinanzi ad un allucinato, ad un maniaco, degno non di collera ma di pietà. — Probabilmente costui fa la corte a Bianca da dieci giorni, — riflettè — e nella mistica esaltazione della sua anima semi-barbara mi annunzia forse a scopo di espiazione che ne è l’amante. Bisogna placarlo e sopratutto non prenderlo sul serio.

E mentre l’altro s’aspettava lo scoppio della gelosia formidabile, propria del bollente sangue italiano, lo vide sorridere con bonomia maliziosa e battergli sulla spalla piccoli colpi benevoli come si fa per blandire un cavallo ombroso od un visionario inquietante.

— Caro signore, io comprendo che voi dovete essere un uomo straordinariamente fortunato con le donne. Ne avete tutte le qualità, — gli disse con un ostentato sospiro d’invidia.

— Signore, vi ripeto che vostra moglie ha con me una colpevole relazione. Questa è la