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204 | andante appassionato |
rire qui e dovunque ogni traccia di quella sventurata. Certo ella vuole che io la dimentichi, forse pretende che io mi occupi di lei. — E ripensò con noia alla sua confusione e alla sua ira del mattino, quand’egli l’aveva sorpresa in una acconciatura poco seducente, alle sue civetterie di piccola provinciale inesperta, all’eleganza esagerata dei suoi abiti di casa. E tra sè sorridendo pietosamente risalì nella sua camera ed in questi pensieri s’addormentò.
Non tardò a convincersi il domani e i giorni seguenti che veramente sua cugina Valeria fondava su di lui alcune sue vive speranze, ma non riuscì ad esserne nè lusingato nè commosso. Egli non pensava che all’altra, non sentiva che l’altra. La vedeva apparire sottile e bionda, vestita d’azzurro nei vani delle porte, piegare il busto flessibile dalle balaustrate, percorrere i viali del giardino col suo passo leggero. E il pensiero ch’ella fosse ora tanto mutata, malata sfinita folle, una vecchia precoce curva e tremula, chiusa in un sanatorio, gli serrava il petto in uno spasimo di pena e di rimorso.
Dopo una settimana comprese che la gioia del ritorno in patria, tanto attesa e sognata, gli si cambiava in un’inquietudine amara, in una insofferenza torturante che la vita oziosa e monotona della provincia gli rendeva a poco a poco intollerabile.