Pagina:Guglielminetti - Anime allo specchio, Milano, Treves, 1919.djvu/213

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andante appassionato 203


O forse nelle buie tortuosità della sua coscienza sopravviveva l’illusione di ritrovarla ancora innamorata e ancora tale da suscitare amore, come un tempo?

Egli non se lo chiese, ma domandò a Valeria fra altri discorsi leggeri, il nome del medico che curava sua sorella, quindi accusò un po’ di stanchezza e si fece accompagnare alla sua camera. Più tardi, quando tutta la casa fu immersa nel sonno, egli scese nel giardino, vagò sotto i vecchi alberi, tutti neri incontro alla perlacea chiarità lunare, rivisse ora per ora il suo passato come tante volte l’aveva sognato laggiù, oltre i mari, quando un momento di feroce ira nostalgica gli saliva al cervello come una mala ebbrezza. Cercò ansiosamente la piccola scala che conduceva alla veranda e da quella alle due stanzette piene di fervidissimi ricordi, ma s’avvide che essa si dissimulava sotto molte file di vasetti verdi e che tutte le persiane ermeticamente chiuse davano a questa parte della casa l’aspetto di un luogo disabitato o visitato dalla morte.

— Quella ragazza mi ha un’aria subdola, — egli rifletteva contemplando gli occhi ciechi delle finestre sulle quali batteva il bianco lume della luna. — Ho dovuto interrogarla per sapere qualche cosa di sua sorella e ciò non ostante ella evitava le mie domande e sviava il discorso. Di più ella ha fatto spa-