Pagina:Guglielminetti - Anime allo specchio, Milano, Treves, 1919.djvu/44

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34 l’opinione degli altri

sua repentina e folle tentazione di poc’anzi e immaginava con quale stupore, con quale sdegno Isa lo avrebbe respinto e rimproverato.

Avevano ragione i suoi amici: egli era l’innocuo cicisbeo destinato a sostituire stupidamente il marito in quasi tutta la parte decorativa e in molte parti tediose della vita coniugale. Si contentava dell’affetto di Isa, dell’amicizia di Isa. Ma poteva egli credere a questi sentimenti? Quali prove ne aveva avute? Non era Isa una graziosa egoista a cui l’amico innocuo tornava utile, col quale si poteva sfogare e confidare e ingannare alla men peggio le ore di intimità che il marito le rifiutava? Non era egli infine il comodo e fedele servitore sentimentale di entrambi?

— Così presto? — si lamentò Isa mollemente poichè vide Gustavo alzarsi e disporsi ad uscire.

— Bisogna ch’io vada; ho un affare, — e non confessò che se rimaneva un’altra mezz’ora in quella camera avrebbe finito per odiarla e per giurare a sè stesso di non ritornarvi mai più.

— Domani? — ella chiese porgendogli le dita e chiudendo gli occhi in atto di stanchezza. — E Gustavo notò per la prima volta che le sue palpebre erano brune, come bruciate dall’ardore dello sguardo. Allora ritrasse