Pagina:Guglielminetti - La porta della gioia, Milano, Vitagliano, 1920.djvu/167

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come guarì luciana varrelli


— Grazie, mamma, — susurrò la giovane inferma chiudendo gli occhi e premendosi la palma sul suo debole cuore affaticato che palpitava violentemente.

Senonchè il signor Vannelli, interrogato la sera stessa a proposito della villa che occorreva affittare per la guarigione di sua figlia, sollevò le sopracciglia triangolari nella fronte calva, depose pacatamente il sigaro sul portacenere, e tendendo la mano aperta verso sua moglie in un gesto di tranquilla evidenza, disse:

— Mi pare che in un caso simile non vi sia niente di più adatto della nostra fattoria di Belprato. Ottocento metri sul mare, boschi di castagni e d’abeti, orti e prati, aria purissima ed acqua di sorgente. La casa è un po’ rustica forse e nessuno vi ha abitato da tanti anni, ma se la bambina ha bisogno di vita semplice, non potrete trovar nulla di meglio che arrampicarvi lassù e rimanervi tutta l’estate.

La signora Maddalena Vannelli, anzi Magda, com’ella amava chiamarsi e firmarsi, tacque per un lungo momento, corrugò la fronte, si morse le labbra e rispose laconicamente:

— Già.

«Già, — proseguì fra sè e sè con una irosa amarezza, fissando attentamente i suoi anelli, appoggiata coi gomiti all’orlo della tavola, ancora apparecchiata e scintillante sotto la luce del lam-

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