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chi ti vuole Come non so, ma quando più son piene di grazia le mie ore e il cuor d’oblio, di volerti, non so come, m’avviene.
T’aspetto, a un tratto, ed il tuo passo spio con tremor d’ansia e con fervor di fede, con la nuca già offerta al tuo desìo, al bacio che si sente e non si vede, l’insidïoso, quello che propaga dalla nuca il sottil brivido al piede.
E m’avviene di volgermi con vaga meraviglia e di chiedermi: – Non c’è?
E poi, mentre la prima ombra dilaga, premere a forza i miei singhiozzi in me.