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Simili a sonaglietti aspri, dal vento scossi, o da mani assai lievi di gnomi, trillano i grilli, immersi negli aromi del prato, il loro ridere d’argento.
A me che torno, trangugiando un lento veleno: amaro di disdegni indomi, dicon saluti e mi rivolgon nomi teneri, con il lor piccolo accento.
– Folle sorella, ben ritorni a noi, ma quello che cercasti fra la gente, per terra e per mare, lo trovasti poi?
Io non posso rispondere, o non so; mi butterei fra i timi acri e le mente per soffocarvi un disperato: – No!