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180 discorsi del reggimento di Firenze


girino sempre ne’ medesimi, perché chi esamina bene troverrá pure che le variino; e se e’ fussi lecito nominare in questo luogo le persone proprie, ve lo mostrerrei facilmente; ed anche vi potrei mostrare che questi che hanno avuto gli ufici, non sono persone di una qualitá medesima, ma di varie sorte e gradi della cittá, in modo che non si può dire che proceda per via di sètte o di corruttele. E se non girano in tanto numero quanto molti desiderano, questo non è inconveniente, poi che piace al popolo; el quale non merita essere biasimato né lacerato, se desidera commettere le faccende sue a persone piú scelte che può, e fa a beneficio di tutti nel governo della cittá sua che è di tanta importanza, quello che fa ognuno di voi nelle faccende particulari de’ suoi traffichi, che vi sforzate avere migliori ministri che potete, e se n’avete per le mani uno buono lo lasciate volentieri indrieto per averne uno migliore. E se a qualcuno pare strano vedere che a uno medesimo siano date molte volte gli ufici e degnitá, non pare cosi al popolo che cerca che la sua cittá ed el suo dominio sia bene governato. E quando parrá al popolo che quello tale n’abbia avuto tanto che basti, ha le fave in mano con le quali potrá a sua posta dare a altri e lasciare lui da parte per sempre o per el tempo che gli piacerá.

Ogni di accade fare delle elezione; però questo è uno difetto che si può medicare ogni di, ed è da credere che si medicherá, perché la natura del popolo è desiderare la larghezza, ed in pochi mesi che si può dire che abbia questo consiglio, non si è ancora scoperto questo disordine si grande, che abbia dato causa di provedervi. Sanza che, la qualitá de’ tempi che corrono è si strana e pericolosa, che non è da maravigliarsi che el popolo che è amatore della cittá e della libertá sua, desideri che e’ magistrati suoi siano in mano di persone piú sufficienti che si può; perché in tante spese e pericoli una oncia di disordine che si facessi per la insufficienzia loro, pesa piú che non importa tutto el bene e tutta la contentezza che nasce dallo allargare. Il che si potrá fare piú sicuramente quando le cose della cittá saranno ridotte a mi-