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Nei verbi abbiamo la giá accennata alternativa di -amo e -arto (i a pers. piar, del pres. indie.), di -ano e -ono (3» pers. plur. del pres. indie, nei verbi della i a coniug.), di -emo e -eno (i a pers. plur. del futuro), di -avano e -avono (3» pers. plur. dell’imperfetto), di -arono e -orono (3 a pers. plur. del passato remoto). La terza pers. del pres. ind. nei verbi della 3 a coniug. presenta in B le forme popolari toscane in -ano ( paiano, astengano, procedano ), mentre A di solito usa quelle normali ( paiono, astengono, procedono). Ma a p. 75 troviamo in B un proc edotto corretto dall’autore in procedano. Finalmente nel futuro e condizionale dei verbi in -are, -ere, -ire, l’autore ha spesso (non sempre) raddoppiato la r: mostrerrò, scopriranno, doverrebbe.
In tre casi solamente abbiamo modificato la grafia di B. Vi troviamo tre volte metta (una volta corretto dall’autore in meta), due volte ferrila (una volta cori -, in ferita). Queste due forme sono cosí estranee all’uso di tutti i manoscritti guicciardiniani che ci parve lecito modificarle. Lo stesso abbiamo fatto per allora. Il segretario scrive sempre al/tora, mentre il Guicciardini, in questo, come in tutti i suoi manoscritti, usa esclusivamente allora o allhora. Tanto piú ci siamo ritenuti autorizzati a tale correzione in quanto nella scrittura del segretario la lettera h si discerne a fatica dalla l, sicché la diversa grafia potrebbe anche essere sfuggita all’attenzione dell’autore, quando fece la sua revisione.
IV. — Crediamo conveniente riprodurre, a fronte, il proemio di A, e quello di B, entrambi rifiutati dall’autore. 11 primo è inedito, il secondo fu pubblicato dall’Otetea (op. cit., p. 369), ma con molte e gravi scorrettezze. Quest’ultimo presenta anche passi e parole corrette dall’autore: in questi casi diamo in nota la primitiva lezione di B, ma solo dove diversifica, nei passi comuni, da quella di A.
Proemio di A. | Proemio di B. |
Potrá credo per varie ragione porgere ammirazione a molti che io abbia scritto de’ modi di ordinare la libertá della nostra cittá. Prima, perché avendo trattato studi e faccende diverse, so per lo ordinario poco di cose simile, tanto piú che | Credo che per varie ragione porgerá ammirazione a molti che io abbia scritto de’ modi di ordinare uno governo libero nella nostra cittá. Prima, perché avendo io trattato sempre studi o faccende diverse, non posso con la esperietizia |