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nota 295


Nei verbi abbiamo la giá accennata alternativa di -amo e -arto (i a pers. piar, del pres. indie.), di -ano e -ono (3» pers. plur. del pres. indie, nei verbi della i a coniug.), di -emo e -eno (i a pers. plur. del futuro), di -avano e -avono (3» pers. plur. dell’imperfetto), di -arono e -orono (3 a pers. plur. del passato remoto). La terza pers. del pres. ind. nei verbi della 3 a coniug. presenta in B le forme popolari toscane in -ano ( paiano, astengano, procedano ), mentre A di solito usa quelle normali ( paiono, astengono, procedono). Ma a p. 75 troviamo in B un proc edotto corretto dall’autore in procedano. Finalmente nel futuro e condizionale dei verbi in -are, -ere, -ire, l’autore ha spesso (non sempre) raddoppiato la r: mostrerrò, scopriranno, doverrebbe.

In tre casi solamente abbiamo modificato la grafia di B. Vi troviamo tre volte metta (una volta corretto dall’autore in meta), due volte ferrila (una volta cori -, in ferita). Queste due forme sono cosí estranee all’uso di tutti i manoscritti guicciardiniani che ci parve lecito modificarle. Lo stesso abbiamo fatto per allora. Il segretario scrive sempre al/tora, mentre il Guicciardini, in questo, come in tutti i suoi manoscritti, usa esclusivamente allora o allhora. Tanto piú ci siamo ritenuti autorizzati a tale correzione in quanto nella scrittura del segretario la lettera h si discerne a fatica dalla l, sicché la diversa grafia potrebbe anche essere sfuggita all’attenzione dell’autore, quando fece la sua revisione.

IV. — Crediamo conveniente riprodurre, a fronte, il proemio di A, e quello di B, entrambi rifiutati dall’autore. 11 primo è inedito, il secondo fu pubblicato dall’Otetea (op. cit., p. 369), ma con molte e gravi scorrettezze. Quest’ultimo presenta anche passi e parole corrette dall’autore: in questi casi diamo in nota la primitiva lezione di B, ma solo dove diversifica, nei passi comuni, da quella di A.

Proemio di A. Proemio di B.
Potrá credo per varie ragione porgere ammirazione a molti che io abbia scritto de’ modi di ordinare la libertá della nostra cittá. Prima, perché avendo trattato studi e faccende diverse, so per lo ordinario poco di cose simile, tanto piú che Credo che per varie ragione porgerá ammirazione a molti che io abbia scritto de’ modi di ordinare uno governo libero nella nostra cittá. Prima, perché avendo io trattato sempre studi o faccende diverse, non posso con la esperietizia