Vai al contenuto

Pagina:Guicciardini, Francesco – Dialogo e discorsi del reggimento di Firenze, 1932 – BEIC 1843020.djvu/300

Da Wikisource.
294 nota


stiettamente, stiatta1; in A (e C) spezie, schiettamente, schiatta. In B, figliolo; in A (e C) figliuolo. In B si alternano le forme come tutt’a dua e tutti dua; in A (e C) si ha sempre tutt’a dua, tutt’a tre, lutti a sei. Invece del contro el (circa le, sotto le) di B, si ha in A contro al (circa alle, sotto alle). Nelle locuzioni che sia, che non, se sia, se si e simili, B aggiunge il pronome e', che in A (e C) è sempre omesso.

In questi casi, nei quali la differenza è costante, abbiamo tuttavia seguito la lezione di B per le ragioni giá dette, ed anche considerando che in casi consimili si hanno continue oscillazioni fra i due testi (cosi se A scrive sempre spezie, fondamento e B specie, fundamento, in A e in B si alternano otio e ozio, giudicio e giudizio, voluntá e volontá). E bisogna anche tener conto del fatto che il segretario, il quale si dimostra nella sua scrittura accuratissimo, non è molto probabile che, scrivendo sotto dettatura, modificasse un laudare in lodare, un sanza in senza; qui la diversa forma ortografica corrispondeva ad una troppo netta differenza di pronunzia perché fosse possibile un equivoco, e nulla ci permette di affermare che il segretario si arrischiasse volontariamente a correzioni di questo genere.

Per lo piú l’ortografia dei due manoscritti presenta continue variazioni di forma. In A e B si alternano popolo e populo, officio, ufficio e uficio, azioni e azione (plur.), leggi e legge (plur.), beneficato e bonificato, volontá e voluntá, castigo e gastigo, conoscere e cognoscere. Se in generale A scrive adunque e qualunque mentre B adunche e qualunche, forme come queste ultime non mancano nemmeno in A; se in A troviamo il piú delle volte concludere e in B conchiudere, a p. 21 un concludo di B è corretto dall’autore in conchiuggo.

Costante incertezza è nell’uso delle consonanti doppie e scempie; lo stesso nell’articolo e pronome plurale, dove si alternano gli e li, quegli e quelli.

Nei casi obliqui dell’articolo, A usa generalmente la consonante doppia: dello, allo, mentre B, scrive de lo, a lo; ma se qualche volta l’autore corregge de lo in dello, ciò che parrebbe convalidare la lezione di A, a p. 109 troviamo in B allo avere e in A a l’avere; a p. 81 un dalla di B è corretto dall’autore in da la.

  1. Si potrebbe forse vedere in B qualche maggior riflesso della lingua parlata, dovuto alla dettatura da parte dell’autore.