Pagina:Guicciardini, Francesco – Dialogo e discorsi del reggimento di Firenze, 1932 – BEIC 1843020.djvu/43

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libro primo 37


tonio mi vuole tagliare sempre la via col nome della libertá, e dimostrando quanto la sia naturale allo appetito degli uomini, massime nella nostra cittá, e per contrario quanto sia detestabile la servitú, conchiude che uno governo libero, ancor che portassi seco peggiore condizione, debbe essere piú amato che uno stato che sia in mano di uno, e spezialmente dagli uomini di ingegno e generosi e che aspirano alla gloria, a’ quali sotto la potenzia di uno è levata ogni occasione di operare la sua virtú e di acquistare fama, anzi sono a sospetto e bisogna che cerchino di coprire le sue virtuose qualitá; mi pare necessario, prima che io passi piú oltre, parlarne qualche cosa, perché, se ci lasciassimo ingannare da questa equivocazione, sarebbe interrotto ogni mio fondamento.

Io ho considerato spesso die questo nome della libertá è molte volte preso piú presto per colore e per scusa da chi vuole occultare le sue cupiditá ed ambizione, che in fatto si truovi cosí naturale negli uomini questo desiderio; parlo di quella libertá che si considera nel governo di una cittá, non di quella che concerne lo stato delle persone, cioè che uno uomo sia libero o sia stíavo. Mi pare bene, se io non mi inganno, che negli uomini si truovi naturale el desiderio di dominare e di avere superioritá agli altri, e che communemente siano pochissimi che amino tanto la libertá, che se avessino occasione di farsi signori o superiori degli altri, che non lo facessino volentieri. E questo si vede in fatto ogni di, non solo tra quegli che non hanno congiunzione l’uno con l’altro, come uno principe o una republica che cercano sempre di insignorirsi delle terre e stati vicini, ma ancora tra quegli che sono membri di uno medesimo corpo. Però se voi considerate gii andamenti di coloro che vivono in una medesima cittá e le discordie che nascono tra essi, troverrete che per ultimo fine riguardano piú la superioritá che la libertá; ma gli uomini si lasciono spesso ingannare tanto da’ nomi che non cognoscono le cose, e però allegandosi el piú delle volte nelle discordie civili il nome della libertá, e’ piú, abagliati da questo, non cognoscono che el fine è diverso.