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consolatoria 183

quale potevi sperare manco compagni. e che avessino a aggiugnervi con piú virtú.

Sono uomini di un’altra sorte che desiderano le faccende non tanto per gli effetti che seguitano da esse, quanto perché pigliano piacere e si nutriscono del travagliare, e da questi non sei forse alieno tu, perché mi è parso sempre comprendere che el fine per se stesso ti piaccia e che la natura t’abbi inclinato a questo; né è forse maraviglia né anche da lamentarsi se la dá agli uomini inclinazione di quelle cose a che gli ha creati atti, anzi sarebbe quasi ingiuria che l’avessi fatto uno inabile a una cosa e tamen desideroso di quella. Ed in questo mi occorre dirti che le faccende di quella sorte che noi ragioniamo, cioè di stati e di governi, hanno seco tante fatiche, tanti dispiaceri e tanti pericoli, che chi non v’ha drento altro fine né ví considera altro frutto drento che del satísfare a questa sua inclinazione, vi truovi sanza comparazione maggiore fastidio che contento, o almanco non vi è tanta differenzia, che trovandosene escluso dalla fortuna abbia causa di averne molta ansietá. Considera bene questo passo e vedrai che è verissimo, che chi nelle faccende non tiene conto di alcuno degli altri fini per li quali le sogliono desiderarsi, troverrá questo solo del dilettarsi di farle, tanto semplice, tanto asciutto, tanto digiuno che poco affanno gli dará el mancarne.

Resta l’ultimo fine che può piú che tutti gli altri apresso agli animi generosi, agli ingegni nobili; e questo è proprio la ambizione, cioè el desiderio di essere stimato ed onorato dagli uomini, di mantenere fresca la sua riputazione, ed essere quasi mostrato a dito; come si dice di Demostene che si rallegrava quando passando per la via sentiva la vecchierella che tornava dalla fonte per la acqua, dire con la voce bassa alle vicine: quello è Demostene. In effetto el maneggiare faccende di stato ed avere grandezza ti fa in uno certo modo adorare dagli altri. e però forse è escusabile questo appetito; perché lo essere in riverenzia appresso agli altri uomini non si può díre che non sia cosa bella e beata, né in altro pare