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252 oratio defensoria

alla veritá ha fatto e divulgato di me; cosí in potestá dello errore e della ignoranzia credere vanamente nel caso di uno altro, quello che ha creduto nel mio. Anzi sono molti sottoposti piú a questo pericolo che non ero io, perché avendo io giá molti anni fatto in tanti modi ed in tanti luoghi esperienzia di me, ed essendo non per una esperienzia sola di uno di, ma per molte, e per el corso di molti anni risonato in questa cittá tale odore della integritá e delle altre qualitá mie, che per parlare modestamente né io né la casa mia aveva da vergognare, pareva poco credibile che facilmente potessi nascere di me romore contrario, manco credibile che facilmente si avessi a credere, e scancellare cosí facilmente una opinione giá confermata ed invecchiata. Nondimeno se con uno grido di uno dí si è dimenticato ogni cosa e creduto in una ora sola el contrario di quello che era stato creduto tanti anni, quanto piú n’hanno a temere coloro che insino a ora non hanno avuto occasione di mostrare quello che sono, e della virtú de’ quali s’ha piú presto speranza che se ne sia veduto esperienza, ed in chi uno romore falso che nascessi non ará a combattere con opinione o memoria delle azione ed opere passate, ma non trovando ostaculo si apiccherá piú facilmente e con piú fondamento, ed essendo piú fondato, sará piú difficile a spegnere o sbarbare. Nella causa mia adunche e nel pericolo mio si tratta la causa ed el pericolo di molti, perché a tutti può accadere el medesimo che a me, a molti ancora piú facilmente che a me: però quella bontá e quella prudenzia vostra, giudici, che è debita in questo giudicio a me solo, mi debbe tanto piú volentieri essere prestata da voi, quanto piú cognoscete che quella salute che voi darete a me, con ragione potrá essere utilitá vostra e di tutti, quello male che voi mi facessi a torto potrebbe a qualche tempo nuocere con lo esempio a voi ed a tutti.

Sia adunche el fondamento principale della difesa mia quello che è verissimo, quello che è giustissimo, quello che non può avere alcuna replica o contradizione: che in questo giudicio non si attendino e’ carichi, non si attendino e’ romori,