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20 memorie di famiglia

in compagnia di piú altri imbasciadore a fargli la ubidienzia; e perché don Ferrando figliuolo di re Alfonso, morto el padre, si era nuovamente fatto re, fu commesso a messer Agnolo Acciaiuoli, che etiam era del numero di detti imbasciadori, ed a lui, che fatte le visitazioni di Roma andassino a Napoli a visitare el re Ferrando, e rallegrarsi seco ed offerirgli le cose della cittá.

Seguí nello anno 1464 la morte di Pio, ed in suo luogo fu eletto Paulo, alla creazione di chi fu mandato oratore con piú altri a dargli la ubidienzia; ed avendo fatto el papa loro grandissima raccoglienza, fece del numero di detti imbasciadori cavalieri in San Giovanni Laterano, la mattina di san Salvadore, Tommaso Soderini e lui, e pochi di poi messer Otto Niccolini. E perché a messer Tommaso fu commesso rimanessi a Roma, messer Otto e lui entrorno in uno medesimo di in Firenze colle cerimonie, onori e doni consueti. E pochi mesi poi fu mandato oratore a Napoli, dove stette poco tempo, e credo fussi piú tosto legazione di cerimonia che di sustanza.

Successe lo anno sequente 1465 la morte del duca Francesco, e perché si dubitava, per essere gli Sforzeschi nuovi in quello stato, e Galeazzo figliuolo del duca molto giovane, e per la vicinitá de’ viniziani, che quegli popoli non facessino qualche movimento, il che sarebbe dispiaciuto sommamente alla cittá per la amicizia, coniunzione ed interessi aveva con quello stato, e volendo favorire Galeazzo e dargli quella riputazione si poteva, vi fu diputati imbasciadori, messer Bernarno Giugni e lui a condolersi della morte del duca, ed a offerire largamente tutte le forze della cittá e tutto quello che cadessi a beneficio di quello stato. E perché gli aveva a andare vicario di Certaldo, si vinse per provvisione che Giovanni di Niccolò Guicciardini suo cugino pigliassi ed esercitassi lo uficio per lui insino a tanto che tornassi. Quando furono giunti a Milano e fatte le prime cerimonie, sendo suto fatto loro onore grandissimo, e ritrovandosi quello stato in grande disordine di danari ed in sospetto di guerra, massime de’ viniziani, furono richiesti gli imbasciadori scrivessino a Firenze e richiedessino per parte di quegli signori, essere ser-