Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti autobiografici e rari, 1936 – BEIC 1843787.djvu/267

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oratio defensoria 261

quanto a questo capo io ho satisfatto alla difesa, perché non è provato, non pure aombrato el furto; e chi non sa che non solo nelle cause criminali, ma in una differenzia di tre quattrini, se chi dimanda, chi fa instanzia non pruova, che el giudice non ha a fare altro che assolvere?

Posso adunche passare agli altri capi della accusazione, perché tra molte difese che ha chi è chiamato in giudicio, nessuna è piú facile, piú ferma, piú espedita, e che piú serri la bocca allo accusatore, piú tolga fatica al giudice, che potere dire el reo: e’ non è provata la intenzione. E certo se el primo dí che io fui chiamato in giudicio, anzi per dire meglio el dí medesimo che fu publicata la elezione de’ giudici, vedendogli io di tale qualitá che nessuno innocente poteva desiderarli migliori, io non mi fussi proposto nello animo maggiore fine che la assoluzione, e di salvarmi dalla rabbia degli inimíci miei, io starei contento a questo né cercherei piú oltre, e mi parrebbe assai, se non provato buono, non essere chiarito cattivo. Ma perché da quello dí in qua ho sempre sperato non tanto avere a essere assoluto, quanto essere assoluto in modo che tutta la cittá, tutti coloro che hanno creduto el male toccassino con mano el bene, ed essere restituito a quella buona opinione che giá tutto questo popolo per sua bontá ebbe di me, non mi basta quello che è fatto insino a qui, voglio procedere piú oltre, voglio fare io quello che toccava a fare allo accusatore, voglio provare, voglio chiarirvi che io non ho rubato, né ho potuto rubare e’ vostri danari; né recuso di essere, se io non lo pruovo, condannato come doverrei essere se lo avversario avessi provato lui: condizione tanto insolita, tanto dura che bisogna o che voi mi tegnate pazzo, o che voi cominciate a credere che io sia innocente. Né basterebbe che io fussi pazzo di una pazzia mediocre, ma di quella forte di quegli che gettano el pane non che le prietre, poi che trovandomi assoluto cercassi di ritornare in pericolo sanza proposito; e quello che è piú, non solo mi obligo a provarlo, ma a provarlo con ogni spezie di pruove che soglia ammettersi ne’ giudici, con conietture potentissime, con testimoni,