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276 oratio defensoria

licenzia di altri si approfittino ancora loro di qualche cosa, o perché col comportare a’ soldati tutto quello che vogliono, se gli mantenghino piú benivoli ed abbino da loro piú séguito. Né di questi eccettuo alcuno: sono stato col signor Prospero, col marchese di Pescara, con quello di Mantova, con tutti gli altri di questa ultima guerra: tutti a uno modo, tutti a una stampa.

Queste cagione possono tanto piú in uno esercito di una lega come era el nostro, perché se pure uno vuole provedere a’ suoi, non può provedere agli altri, e se una parte fa male, impossibile è tenere che gli altri non faccino peggio: incitansi per lo esempio ed hanno facultá di coprirsi e scusarsi l’uno sotto l’altro, né dove è uno esercito di tanti vescovadi non sono mai tutti e’ capitani del campo d’accordo a raffrenare ognuno e’ suoi. E certo questo è stato ora causa di infiniti mali, perché e’ soldati franzesi, per essere male pagati e per avere uno capitano atto a ogni cosa che a comandare eserciti, e con loro non aveva obedienzia alcuna, hanno rubato estremamente, abruciato case e fatto eccessivi mali, in modo che gli altri con questo esempio e compagnia cominciorono a fare el medesimo; e veramente innanzi che loro venissino in campo, e’ viniziani ed e’ nostri facevano male assai, ma non a comparazione di quello che hanno fatto poi. Queste sono state le cagione universali di tante iniquitá; ce n’è di piú stata qualcuna in particulare.

Le Bande Nere, che feciono mali assai, erano avvezze sotto el signor Giovanni che dava loro molta licenzia, e morto lui augumentorono, perché stettono molti mesi o sanza capi o con capi a loro modo. La cagione fu che nel tempo medesimo che el signor Giovanni morí, con chi erano in Mantovano, e’ lanzchenech passorono Po, e noi trovandoci sprovisti ed abbandonati allora dalle gente de’ collegati, fumo sforzati a mandarle in Piacenza, dove alloggiorono a discrezione e non avendo freno alcuno presono ardire, ed el conte Guido Rangone che vi andò poi, gli intrattenne ed allargò la mano, di modo che sempre peggiororono, né io che allora ero in Parma né po-