Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti politici e ricordi, 1933 – BEIC 1844634.djvu/197

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contro l'accordo tra clemente vii e carlo v 191


Con la quale misura se Vostra Santitá misurerá e’ fondamenti di questa impresa, sono certissimo non la troverrá sí desperata, né sí imprudente; anzi avendo el favore de’ populi, piú danari e modo a mettere e mantenere piú forze insieme, la causa (se questo importa) piú giusta, cioè la libertá della Chiesa e degli altri, mi persuado che ogni uomo che sia savio e sanza passione giudicherá che, presupposto che e’ franzesi non variassino, siano molte piú e maggiore le speranze della lega che di Cesare.

Ma quello che ha dato e dá animo allo imperadore, che fa gagliardo chi contradice, e che in veritá è ragione che importa assai, è el timore che e’ franzesi in sul furore della guerra, per el desiderio di avere el suo re, non si accordino con lui; e poi che si è veduto che l’hanno voluto fare col dargli la Borgogna tutta o parte, saranno molto piú larghi delle cose di Italia; cosa che importa tanto che, levato questo pericolo, la impresa sarebbe per ogni altro rispetto con grandissimo vantaggio. E questo solo non si può negare che la fa dubia, difficile e pericolosissima, massime sendo e’ franzesi imprudenti come sono, ed el regno in mano di donne che si governeranno piú con la tenerezza che con la ragione; nondimanco se noi potesssimo camminare per altra via sicura o meno spinosa che questa, sarebbe pazzia sottoporsi a questo pericolo, ma essendo ogni altra via piena di maggiori pericoli, anzi ruine, mi pare che la necessitá ci sforzi a andare per questa, nella quale chi bene considera tutti e’ casi, possono occorrere facilmente degli accidenti che allevierebbono molto questo pericolo.

Le cose sono in termini che, séguiti accordo o no, non può essere tra questi dua re altro che grandissimo odio; perché el re di Francia, in luogo delle buone promesse che aveva avuto, e della umanitá e generositá che si era presupposto avere a trovare in Cesare, faccendosi conducere a lui in Spagna, ha trovato delusione e tutto el contrario delle speranze sue: a lui negata la presenzia di Cesare, se non quando fu in grado di morte, e Borbone inimicissimo suo, favorito ed onoratissimo;