Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti politici e ricordi, 1933 – BEIC 1844634.djvu/217

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la politica di clemente vii 211

imprudenzia o di cupiditá, tacia in futuro; o se pure non vuole farlo, si può debitamente usargli contro la giustissima imprecazione di colui, che sdegnato della ignoranzia di quelli che giudicano le cose dagli effetti, pregò che tali persone in tutte le sue azioni mancassino sempre di prosperi successi, acciò che con la esperienzia in sé proprio imparassino, che la prudenzia ed e’ buoni consigli degli uomini non sono sufficienti a resistere né alla voluntá di Dio, né alla potestá della fortuna.