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210 discorsi politici


Sentiva adunche Cesare in quanto pericolo erano le cose sue; sentivanlo e’ capitani e li agenti suoi, e’ quali, soliti sempre confortarlo alla guerra, persuadevano in questo tempo e desideravano la pace. Furono intercette lettere di don Ugo a Cesare date in Siena, quando partito da Milano andava a Roma per trattare la concordia col papa, nelle quali avendo el dí medesimo avuto certezza in Firenze della lega fatta, lo conforta caldissimamente alla pace, mostrando la grandezza del pericolo ed uno consenso ardentissimo di tutta Italia contro a’ soldati spagnuoli. Furono intercette lettere del marchese del Guasto e di Antonio di Leva, capitani allora dello esercito, scritte al duca di Sessa, oratore cesareo in Roma, ed al medesimo don Ugo, nelle quali largamente concludono le cose loro non avere rimedio, riscaldando e sollecitando quanto potevano la concordia col papa. Adunche non senza cagione el papa sperò la vittoria; adunche con buoni fondamenti cominciò una guerra desiderata estremamente da tutta Italia, come giudicata necessaria alla salute universale; e se allo effetto delle guerre importa cosa alcuna la giustizia della causa, che cagione se non onorevole, se non giusta, se non santa, indusse el papa a questa impresa? Nella quale non cercò altro che, restituito lo stato al duca di Milano, cosa di tanto momento alla sicurtá commune, Italia tutta si riducessi in una ferma e tranquilla pace; non capitulò di occupare quello d’altri; non acquistò alcuno particulare o per la Chiesa o per la famiglia sua; non di spogliare Cesare degli stati suoi, se non in quanto si trattò, che non bastando la guerra di Lombardia a indurlo alla pace, si assaltassi el regno di Napoli, con condizione però che eziandio acquistato che fussi, si restituissi a Cesare, se fra certo tempo accettassi e’ capitoli della pace, e che alla fine persistendo lui nella sentenzia sua, vi si eleggessi con consenso commune de’ collegati, uno re che fussi a proposito per beneficio di tutti.

Indusse adunche el papa a questa impresa e la necessitá e la speranza, l’una e l’altra grandissima e ragionevole, e però chi temerariamente e mosso solo dallo effetto, lo biasima di