Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti politici e ricordi, 1933 – BEIC 1844634.djvu/25

Da Wikisource.

libro primo - capitolo x 19


bene leggere e considerare la vita di Romolo, el quale, se bene mi ricordo, si dubitò non fussi amazzato dal senato per arrogarsi troppa autoritá: bisogna considerarla bene.

CAPITOLO X

[Quanto sono laudabili i fondatori d’una republica o d’uno regno, tanto quelli d’una tirannide sono vituperabili.]

El titolo di questo Discorso è verissimo, perché somma laude meritano e’ fondatori de’ regni e delle republiche, sommo biasimo e’ fondatori della tirannide. Ma perché e’ casi sono vari, e lo autore confonde gli esempli, bisogna considerare che rare volte occorre che chi occupa la tirannide nella patria libera abbia tale necessitá di farlo, o, se ha necessitá, che sia causata sanza colpa sua, talmente che gli resti colore alcuno di giustificazione. E questa sorte di uomini, tra’ quali fu Cesare, pieno di molte altre virtú, ma oppresso dalla ambizione del dominare, sono certo immanissimi e detestabili. È vero che qualche volta le forme delle libertá sono sí disordinate, e le cittá ripiene tanto di discordie civili, che la necessitá conduce qualche cittadino, non potendo salvarsi altrimenti, a cercare la tirannide o a aderire a chi la cerca. Nel quale caso sarebbe molto laudabile chi preponessi l’amore della patria alla salute sua particulare; ma perché questo amore o questa fortezza si desidera negli uomini piú presto che la si truovi, merita essere assai scusato chi è mosso da tale cagione, e tanto piú se el governo contro al quale va è disordinato, perché molte sono chiamate spesso libertá che non sono. Lo esemplo si può porre nella nostra cittá dove, doppo la mutazione dello stato del ’26, sono stati perseguitati e conculcati alcuni cittadini buoni e bene qualificati, ed in ultimo nella venuta del principe di Oranges, necessitati o disubidire a’ comandamenti fatti dalli otto di fermarsi in Firenze sotto pena [di] rebellione, o restare con pericolo di essere amazzati, ed almanco con