Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti politici e ricordi, 1933 – BEIC 1844634.djvu/252

Da Wikisource.
246 ricordi

32. Fu detto veramente che la troppa religione guasta el mondo, perché effemmina gli animi, aviluppa gli uomini in mille errori, e divertisceli da molte imprese generose e virile; né voglio per questo derogare alla fede cristiana ed al culto divino, anzi confermarlo ed augumentarlo, discernendo el troppo da quello che basta, ed eccitando gli ingegni a bene considerare quello di che si debbe tenere conto, e quello che sicuramente si può sprezzare.

33. Tutte le sicurtá che si possono avere dallo inimico sono buone, di fede, di amici, di promesse, e di altre assicurazione; ma per la mala condizione degli uomini e variazione de’ tempi, nessuna ne è migliore e piú ferma, che lo acconciare le cose in modo che el fondamento della sicurtá tua consista piú in sul non potere lo inimico tuo offenderti, che in sul non volere.

34. Non puoi secondo el vivere del mondo avere maggiore felicitá che vederti lo inimico tuo prostrato innanzi in terra ed a tua discrezione; e però per avere questo effetto non si debbe pretermettere niente. La felicitá grande consiste in questo; ma maggiore ancora è la gloria in usare tanta fortuna laudabilmente, cioè essere clemente e perdonare; cosa propria degli animi generosi ed eccelsi.

35. Questi ricordi sono regole che si possono scrivere in su’ libri: ma e’ casi particulari, che per avere diversa ragione s’hanno a governare altrimenti, si possono male scrivere altrove che nel libro della discrezione.

36. È molto laudato apresso agli antichi el proverbio: Magistratus virum ostendit; perché non solo fa cognoscere per el peso che s’ha, se l’uomo è d’assai o da poco, ma ancora perché per la potestá e licenzia si scuoprono le affezione dello animo, cioè di che natura l’uomo sia; atteso che quanto l’uomo è piú grande, tanto manco freno e rispetto ha a lasciarsi guidare da quello che gli è naturale.