Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti politici e ricordi, 1933 – BEIC 1844634.djvu/318

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312 ricordi

disordine o scrupolo; ma è dificile el fare questo, in modo che è errore lo occuparsi troppo in limbiccarle, perché spesso le occasione fuggono, mentre che tu perdi tempo a condurre quello a punto; ed anche quando credi averlo trovato e fermo, ti accorgi spesso non essere niente, perché la natura delle cose del mondo è in modo, che è quasi impossibile trovarne alcuna che in ogni parte non vi sia qualche disordine ed inconveniente, bisogna resolversi a tôrle come sono e pigliare per buono quello che ha in sé manco male.

127. Ho veduto nella guerra bene spesso venire nuove per le quali giudichi avere la impresa in mal luogo; in uno tratto venire altre che pare ti promettino la vittoria, e cosí pel contrario; e questa variazione accadere spessissime volte; però uno capitano buono non facilmente si invilisce o esalta.

128. Nelle cose degli stati non bisogna tanto considerare quello che la ragione mostra che dovessi fare uno principe, quanto quello che secondo la sua natura o consuetudine si può credere che faccia; perché e’ príncipi fanno spesso non quello che doverrebbono fare, ma quello che sanno o pare loro di fare; e chi si risolve con altra regola può pigliare grandissimi granchi.

129. Quello che, se si facessi, sarebbe maleficio o ingiuria, se non si fa non ha però a essere chiamato né buona opera né beneficio; perché tra lo offendere ed el beneficare, tra le opere laudabile e biasimevole è mezzo, come lo astenere dal male, lo astenersi da offendere. Non dichino adunche gli uomini: io non feci, io non dissi; perché communemente la vera laude è potere dire: io feci, io dissi.

130. Guardinsi e’ príncipi sopra tutto da coloro che sono di natura incontentabili; perché non possono beneficargli ed empiergli tanto che basti a rendersene sicuri.