Pagina:Guicciardini, Francesco – Scritti politici e ricordi, 1933 – BEIC 1844634.djvu/340

Da Wikisource.
334 ricordi

213. In tutte le resoluzione e esecuzione che l’uomo fa, s’ha ostaculo di ragione in contrario; perché nessuna cosa è sí ordinata che non abbia in compagnia qualche disordine, nessuna cosa sí trista che non abbia del buono, nessuna cosa sí buona che non abbia del tristo; donde nasce che molti stanno sospesi perché ogni piccola difficultá dispiace loro; e questi sono quelli che di natura si chiamano rispettivi, perché a ogni cosa hanno rispetto. Non bisogna fare cosí, ma pesati gli inconvenienti di ciascuna parte, resolversi a quelli che pesano manco; ricordandosi non poter pigliare partito che sia netto e perfetto da ogni parte.

214. Ognuno ha de’ difetti, chi piú e chi manco, però non può durare né amicizia, né servitú, né compagnia, se l’uno non comporta l’altro. Bisogna cognoscere l’uno l’altro e, ricordandosi che col mutare non si fuggono tutti e’ difetti, ma si riscontra o ne’ medesimi o forse in maggiori, disporsi a comportare, pure che tu ti abbatta a cose che si possino tollerare, o non siano di molta importanza.

215. Quante cose fatte sono biasimate, che, se si potessi vedere quello che sarebbe se non fussino fatte, si loderebbono! quante pel contrario sono lodate che si biasimerebbono! Però non correte a riprendere o commendare secondo la superficie delle cose; e quello che vi apparisce innanzi agli occhi, bisogna considerare piú a drento, se volete che el giudicio vostro sia vero e pesato.

216. Non si può in questo mondo eleggere el grado in che l’uomo ha a nascere, non le faccende e la sorte con che l’uomo ha a vivere; però a laudare o riprendere gli uomini s’ha a guardare non la fortuna in che sono, ma come vi si maneggiano drento, perché la laude o biasimo degli uomini ha a nascere da’ portamenti loro, non dallo stato in che si truovano; come in una commedia o tragedia non è piú in prezzo chi porta la persona del padrone e del re, che chi