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insieme con gli altri due frati, aboliti con le cerimonie instituite dalla Chiesa romana gli ordini sacri e lasciato in potestá della corte secolare; dalla quale furono impiccati e abbruciati: concorrendo allo spettacolo della degradazione e del supplicio non minore moltitudine d’uomini che il dí destinato a fare l’esperimento di entrare nel fuoco fusse concorsa nel luogo medesimo, all’espettazione del miracolo promesso da lui. La quale morte, sopportata con animo costante ma senza esprimere parola alcuna che significasse o il delitto o la innocenza, non spense la varietá de’ giudici e delle passioni degli uomini; perché molti lo reputorono ingannatore, molti per contrario credettono o che la confessione che si publicò fusse stata falsamente fabricata o che nella complessione sua, molto delicata, avesse potuto piú la forza de’ tormenti che la veritá: scusando questa fragilitá con l’esempio del principe degli apostoli, il quale, non incarcerato né astretto da’ tormenti o da forza alcuna estraordinaria ma a semplici parole di ancille e di servi, negò di essere discepolo di quello maestro nel quale aveva veduto tanti santi precetti e miracoli.