Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. I, 1929 – BEIC 1845433.djvu/325

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libro quarto — cap. iv 319

eseguito nel termine promesso, perché medesimamente a questo Galeazzo repugnava, e aggiugnendosi difficoltá per cagione de’ pagamenti, il marchese voltò l’animo a ritornare agli stipendi de’ viniziani, i quali trattavano di mandarlo con trecento uomini d’arme a soccorrere Pisa: il che presentendo Lodovico lo dichiarò, con consentimento di Galeazzo, capitano suo e di Cesare. Ma giá il marchese andato a Vinegia, e dimostrata al senato grandissima confidenza di entrare in Pisa nonostante l’opposizione delle genti de’ fiorentini, si era ricondotto con loro; e ricevuta parte de’ denari e ritornato a Mantova attendeva a mettersi in ordine, e sarebbe entrato presto in cammino se i viniziani avessino usata la medesima celeritá nello espedirlo che avevano usata nel condurlo: alla quale cosa cominciorno a procedere lentamente perché, essendo stata di nuovo data loro speranza di entrare, per mezzo di uno trattato tenuto da certi seguaci antichi de’ Medici, in Bibbiena, castello del Casentino, giudicavano che, per la difficoltá del passare a Pisa, fusse piú utile attendere alla diversione che al soccorso. Dalla quale tarditá il marchese sdegnato, di nuovo si ricondusse con Lodovico con trecento uomini d’arme e con cento cavalli leggieri, con titolo di capitano generale cesareo e suo; ritenendo a conto degli stipendi vecchi i danari avuti da loro.

Non era stata senza qualche sospetto de’ fiorentini la pratica di questo trattato, anzi, oltre a molte notizie avutene generalmente, ne avevano non molti dí innanzi ricevuto avviso piú particolare da Bologna. Ma sono inutili i consigli diligenti e prudenti quando l’esecuzione procede con negligenza e imprudenza. Il commissario, il quale per assicurarsi da questo pericolo subito vi mandorono, poi che ebbe ritenuti quegli de’ quali si aveva maggiore sospetto e che erano consci della cosa, prestata imprudentemente fede alle parole loro, gli rilasciò; e nell’altre azioni fu sí poco diligente che fece facile il disegno all’Alviano, deputato alla esecuzione di questo trattato. Perché avendo mandati innanzi alcuni cavalli in abito di viandanti, i quali, dopo avere cavalcato tutta la notte, giunti in sul fare del dí alla porta l’occuporono senza difficoltá, non