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356 storia d'italia

svizzeri, si preparava per soccorrerlo in persona; e che erano in cammino le genti le quali il re di Napoli gli mandava con Prospero Colonna; e credere che il marchese di Mantova, essendo risolute seco tutte le difficoltá, fusse giá con trecento uomini d’arme entrato nel cremonese: alle quali cose aggiugnendosi la prontezza e la fede del popolo suo, si renderebbe sicurissimo degli inimici, quando bene oltre a quello esercito fusse congiunta insieme tutta la possanza di Francia. Le quali parole, udite con maggiore attenzione che frutto, non giovorono piú che si giovassino l’armi opposte a’ franzesi.

Per il timore de’ quali, stimando manco il pericolo imminente da’ viniziani, che avevano mossa la guerra in Ghiaradadda e presa la terra di Caravaggio e le altre vicine a Adda, rivocò il conte di Gaiazzo con la piú parte delle genti mandate a quella difesa, e le fece andare a Pavia, perché si unissino con Galeazzo per la difesa di Alessandria. Ma giá da ogni banda si accelerava la sua ruina, perché il conte di Gaiazzo si era accordato prima secretamente col re di Francia; potendo piú in lui lo sdegno che Galeazzo, fratello minore di etá e minore eziandio nello esercizio militare, gli fusse anteposto nel capitanato dello esercito e in tutti gli onori e favori che la memoria di innumerabili benefici ricevuti, egli e i fratelli, da Lodovico. Affermano alcuni che qualche mese innanzi era penetrato agli orecchi suoi avviso di questa fraude, in sul quale, stato alquanto tacito sopra di sé, avere finalmente sospirando risposto a chi gliene aveva significato, non potersi persuadere una tanta ingratitudine; e se pure era vero, non sapere finalmente come avere a provedervi, né di chi piú si avesse a confidare poiché i piú intrinsechi e piú beneficati lo tradivano: affermando non riputare minore o manco perniciosa calamitá privarsi per sospetto vano, della opera delle persone fedeli ché, per incauta credulitá, commettersi alla fede di quegli i quali meritavano di essere sospetti. Ma mentre che ’l conte di Gaiazzo fa il ponte su ’l Po per unirsi col fratello e artificiosamente ne manda in lungo l’esecuzione, mentre che fatto il ponte differisce di passare, essendo giá l’esercito franzese