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molti, ne’ tempi che seguitorono, persuadendosi con le elemosine e co’ legati alle chiese farsi facile l’acquisto del regno celeste, o fabricavano e dotavano altre chiese o alle giá edificate dispensavano parte delle ricchezze loro. Anzi, o per legge o per inveterata consuetudine, seguitando l’esempio del Testamento vecchio, ciascuno, de’ frutti de’ beni propri, pagava alle chiese la decima parte: eccitandosi a queste cose gli uomini con grande ardore, perché da principio i cherici, da quello in fuora che era necessario per il moderatissimo vitto loro, tutto il rimanente, parte nelle fabriche e paramenti delle chiese parte in opere pietose e caritative, distribuivano. Né essendo entrata ancora ne’ petti loro la superbia e l’ambizione, era riconosciuto universalmente da’ cristiani per superiore di tutte le chiese e di tutta l’amministrazione spirituale il vescovo di Roma, come successore dello apostolo Piero, e perché quella cittá, per la sua antica degnitá e grandezza, riteneva, come capo dell’altre, il nome e la maestá dello imperio, e perché da quella si era diffusa la fede cristiana nella maggiore parte della Europa, e perché Costantino, battezzato da Silvestro, tale autoritá volentieri in lui e ne’ suoi successori avea riconosciuta. È fama, oltre a queste cose, che Costantino, costretto dagli accidenti delle provincie orientali a trasferire la sedia dello imperio nella cittá di Bisanzio, chiamata dal suo nome Costantinopoli, donò a’ pontefici il dominio di Roma e di molte altre cittá e regioni d’Italia: la quale fama, benché diligentemente nutricata da’ pontefici che succederono e per l’autoritá loro creduta da molti, è dagli autori piú probabili riprovata, e molto piú dalle cose stesse; perché è manifestissimo che allora, e lungo tempo dipoi, fu amministrata Roma e tutta Italia come suddita allo imperio, e dai magistrati deputati dagli imperadori. Né manca chi redarguisca (sí profonda è spesso nelle cose tanto antiche la oscuritá) tutto quello che si dice di Costantino e di Silvestro, affermando essi essere stati in diversi tempi. Ma niuno nega che la traslazione della sedia dello imperio a Costantinopoli fu la prima origine della potenza de’ pontefici, perché indebolendo in progresso di tempo