Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. I, 1929 – BEIC 1845433.djvu/377

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libro quarto — cap. xii 371


I pontefici romani, de’ quali il primo fu l’apostolo Piero, fondata da Giesú Cristo l’autoritá loro nelle cose spirituali, grandi di caritá d’umiltá di pazienza di spirito e di miracoli, furono ne’ loro princípi non solo al tutto spogliati di potenza temporale ma, perseguitati da quella, stettono per molti anni oscuri e quasi incogniti; non si manifestando il nome loro per alcuna cosa piú che per i supplici, i quali, insieme con quegli che gli seguivano, quasi quotidianamente sostenevano: perché se bene, per la moltitudine innumerabile e per le diverse nazioni e professioni che erano in Roma, fussino qualche volta poco attesi i progressi loro, e alcuni degli imperadori non gli perseguitassino se non quanto pareva che l’azioni loro publiche non potessino essere con silenzio trapassate, nondimeno alcuni altri, o per crudeltá o per l’amore agli dii propri, gli perseguitorono atrocemente, come introduttori di nuove superstizioni e distruttori della vera religione. Nel quale stato, chiarissimi per la volontaria povertá, per la santitá della vita e per i martiri, continuorono insino a Silvestro pontefice; a tempo del quale essendo venuto alla fede cristiana Costantino imperadore, mosso da’ costumi santissimi e da’ miracoli che in quegli che il nome di Cristo seguitavano continuamente si vedevano, rimasono i pontefici sicuri de’ pericoli ne’ quali erano stati circa a trecento anni, e liberi di esercitare publicamente il culto divino e i riti cristiani: onde per la riverenza de’ costumi loro, per i precetti santi che contiene in sé la nostra religione, e per la prontezza che è negli uomini a seguitare, o per ambizione, il piú delle volte, o per timore, l’esempio del suo principe, cominciò ad ampliarsi per tutto maravigliosamente il nome cristiano, e insieme a diminuire la povertá de’ cherici. Perché Costantino avendo edificato a Roma la chiesa di San Giovanni in Laterano, la chiesa di San Piero in Vaticano, quella di San Paolo e molte altre in diversi luoghi, le dotò non solo di ricchi vasi e ornamenti ma ancora (perché si potessino conservare e rinnovare, e per le fabriche e sostentazione di quegli che vi esercitavano il culto divino) di possessioni e di altre entrate; e successivamente