Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. I, 1929 – BEIC 1845433.djvu/393

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libro quarto — cap. xiii 387

dolo, dal castello in fuora, ricuperato con la medesima facilitá con la quale l’aveano perduto, e dimostrandosi maggiore desiderio e letizia del popolo milanese nel suo ritorno che non si era dimostrato nella partita. La quale disposizione essendo similmente negli altri popoli, le cittá di Pavia e di Parma richiamorono senza dilazione il nome di Lodovico; e arebbono Lodi e Piacenza fatto il medesimo se le genti viniziane, venute prima in sul fiume di Adda, non vi fussino entrate subitamente. Alessandria e quasi tutte le terre di lá da Po, essendo piú lontane a Milano e piú vicine ad Asti, cittá del re, non feceno mutazione, aspettando di consigliarsi piú maturamente secondo i progressi delle cose.

Recuperato che ebbe Lodovico Milano non perdé tempo alcuno a soldare quantitá grande di fanti italiani e quanti piú uomini d’arme poteva avere, e a stimolare con prieghi con offerte e con varie speranze tutti quegli da’ quali sperava di essere aiutato in tanta necessitá. Perciò mandò a Cesare, a significare il principio prospero, il cardinale di San Severino, supplicandolo che gli mandasse genti e artiglierie; e desiderando di non avere inimico il senato viniziano, ordinò che il cardinale Ascanio mandasse subito a Vinegia il vescovo di [Cremona], a offerire la volontá pronta del fratello ad accettare qualunque condizione sapessino desiderare: ma vanamente, perché il senato deliberò non si partire dalla confederazione che aveano col re. Ricusorono i genovesi, benché pregati instantemente da Lodovico, di ritornare sotto il dominio suo; né i fiorentini vollono udire la sua richiesta della restituzione de’ danari ricevuti in prestanza da lui. Solo il marchese di Mantova mandò in aiuto suo il fratello con certa quantitá di gente d’arme, e vi concorsono i signori della Mirandola di Carpi e di Coreggio, e i sanesi gli mandorono piccola somma di danari; sussidi quasi disprezzabili in tanti pericoli: come similmente furno di piccolo momento quegli di Filippo Rosso e de’ Vermineschi, i padri de’ quali benché fussino stati spogliati da lui dell’antico dominio loro, i Rossi di San Secondo di Torchiara e di molte altre castella del parmigiano, quegli