Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. I, 1929 – BEIC 1845433.djvu/91

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libro primo — cap. xv 85

argutamente rispose a Piero de’ Medici Lodovico Sforza, che arrivò il dí seguente all’esercito: perché scusandosi Piero che, essendo andatogli incontro per onorarlo, l’avere Lodovico fallito la strada era stato cagione che la sua andata fusse stata vana, rispose molto prontamente: — Vero è che uno di noi ha fallito la strada, ma sarete forse voi stato quello. — Quasi rimproverandogli che per non avere prestata fede a’ consigli suoi fusse caduto in tante difficoltá e pericoli. Benché i successi seguenti dimostrorno avere fallito il cammino diritto ciascuno di loro, ma con maggiore infamia e infelicitá di colui il quale, collocato in maggiore grandezza, faceva professione di essere con la prudenza sua la guida di tutti gli altri.

La deliberazione di Piero non solo assicurò il re delle cose della Toscana ma gli rimosse del tutto gli ostacoli della Romagna, dove giá declinavano molto gli aragonesi. Perché (come è difficile a chi appena difende se stesso dagli imminenti pericoli provedere nel tempo medesimo a’ pericoli degli altri), mentre che Ferdinando sta sicuro nel forte alloggiamento della cerca di Faenza, gli inimici ritornati nel contado d’Imola, poiché con parte dell’esercito ebbono assaltato il castello di Bubano, ma invano, perché per il piccolo circuito bastava poca gente a difenderlo, e per la bassezza del luogo il paese era inondato dall’acque, preseno per forza il castello di Mordano, con tutto che assai forte e proveduto copiosamente di soldati per difenderlo; ma fu tale l’impeto dell’artiglierie, tale la ferocia dell’assalto de’ franzesi che, benché nel passare i fossi pieni di acqua non pochi d’essi v’annegassino, quegli di dentro non potettono resistere: contro a’ quali talmente in ogni etá, in ogni sesso, incrudelirono che empierono tutta la Romagna di grandissimo terrore. Per il quale caso Caterina Sforza disperata d’avere soccorso s’accordò, per fuggire il pericolo presente, co’ franzesi, promettendo all’esercito loro ogni comoditá degli stati sottoposti al figliuolo. Donde Ferdinando, insospettito della volontá de’ faventini e parendogli pericoloso lo stare in mezzo d’Imola e di Furlí, tanto piú essendogli giá nota l’andata di Piero de’ Medici a Serezana, si ritirò alle mura di