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96 storia d'italia

pigliare consiglio dagli eventi delle cose, erano alieni dal dichiararsi. Però fu introdotta un’altra pratica, per la quale il pontefice, proponendo di non volere dichiararsi per alcuna delle parti per conservarsi padre comune, consentiva dare allo esercito franzese passo per il dominio della Chiesa, e prometteva durante la guerra nel regno di Napoli non molestare né i fiorentini né i sanesi né i bolognesi; le quali condizioni sarebbeno state finalmente, perché l’esercito passasse senza maggiore indugio nel reame, accettate dal re, ancora che conoscesse non essere questo partito né con onore né con sicurtá sua e di quegli che da lui in Italia dependevano: perché certezza alcuna non aveva che, se a’ suoi nel reame sinistro alcuno sopravenisse, che il pontefice e il Valentino non se gli scoprissino contro; ed era oltre a questo mal sicuro che, uscite che fussino le genti sue di terra di Roma, essi, tenuto poco conto della fede, non assaltassino la Toscana, la quale per la sua disunione e per gli aiuti dati al re restava debole e quasi disarmata. E che avessino a tentare o questa o altra impresa era verisimile, poiché d’avere a conseguire di tanta occasione guadagni immoderati presupposto s’aveano.


IV

Morte del pontefice; malattia del Valentino; giubilo di Roma per la morte del pontefice. Il Valentino si riconcilia con i Colonnesi. Torbidi in Roma. Ritorno di signori spodestati in terre dello stato pontificio e del Valentino. Accordi del Valentino col re di Francia. Il conclave e l’elezione di Pio III.

Ma ecco che nel colmo piú alto delle maggiori speranze (come sono vani e fallaci i pensieri degli uomini) il pontefice, da una vigna appresso a Vaticano, dove era andato a cenare per ricrearsi da’ caldi, è repentinamente portato per morto nel palazzo pontificale e incontinente dietro è portato per morto il figliuolo: e il dí seguente, che fu il decimo ottavo dí d’agosto, è portato morto secondo l’uso de’ pontefici nella chiesa di