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122 storia d'italia

quegli che avendo deliberato di non tentare insino sopravenisse benigna stagione piú cosa alcuna, e persuadendosi che negli inimici fusse la medesima negligenza e ignavia, si commossono tanto piú per questo ardire e accidente improviso; e però, se bene, piú presto trepidando, come si fa ne’ casi subiti, che consigliando o deliberando, il viceré, al quale molti levatisi da Traietto e de’ luoghi circostanti dove erano sparsi, si riducevano, avesse per proibire il passo inviato Allegri con alcuni fanti e cavalli verso Suio, nondimeno, occortisi che erano tardi, ed essendo superiore in ogni discorso e considerazione il timore, si levorono tumultuosamente a mezzanotte dalla torre del Garigliano per ritirarsi a Gaeta, lasciatavi la maggiore parte delle munizioni e nove pezzi grossi d’artiglieria, e insieme rimanendovi i feriti e moltitudine grande di ammalati. Ma Consalvo, intesa la levata loro, seguitandogli con l’esercito, spinse innanzi Prospero Colonna co’ cavalli leggieri, acciò che essendo travagliati da loro fussino costretti a camminare piú lentamente. I quali essendo giunti alle spalle di essi, alla fronte di Scandi, cominciorono insieme a scaramucciare, non intermettendo i franzesi di camminare e nondimeno fermandosi spesso, per non si disordinare, a’ ponti e a’ passi forti; donde dopo essersi alquanto sostenuti si ritiravano, sempre con ricevere qualche danno: ed era l’ordine del procedere loro, l’artiglierie innanzi a tutti, la fanteria dipoi e in ultimo luogo i cavalli, de’ quali quegli che erano gli ultimi combattevano continuamente con gl’inimici. Cosí essendo proceduti, ora fermandosi ora leggiermente combattendo, insino al ponte che è innanzi a Mola di Gaeta, la necessitá costrinse il viceré a fare fermare una parte delle sue genti d’arme in su quel passo, per dare spazio di discostarsi alle sue artiglierie; le quali, non potendo procedere con la celeritá con la quale procedevano le genti, giá cominciavano a mescolarsi con loro. Però appiccata in quello luogo una battaglia grande, sopragiunse poco dipoi il retroguardo spagnuolo, che passato il fiume senza resistenza alcuna, con le barche medesime del ponte che era stato rotto da’ franzesi, camminava verso Gaeta