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libro settimo ‐ cap. ii 169

nel tempo che fuggendo l’insidie di Alessandro stette in Francia, o perché sommamente gli dispiaceva l’essere quasi necessitato, per la potenza e per la instanza del re, conservare nella legazione di Francia il cardinale di Roano o perché avesse sospetto che il medesimo cardinale, gli andamenti del quale manifestamente tendevano al pontificato, impaziente d’aspettare la morte sua cercasse di conseguirlo per vie estraordinarie, non era del tutto deliberato di congiugnersi col re di Francia; senza la congiunzione del quale conosceva essere impossibile che per allora gli succedesse cosa alcuna di momento. Perciò da altra parte aveva mandato a Pisa Baldassarre Biascia genovese, capitano delle sue galee, ad armare due galee sottili che v’avea fatte fare Alessandro pontefice, per essere, secondo si credeva, piú preparato, in caso che ’l re di Francia molestato ancora non poco dalle reliquie della infermitá morisse, a liberare Genova dal dominio de’ franzesi.


II

Fortunoso viaggio dell’arciduca Filippo in Ispagna; suoi accordi con Ferdinando d’Aragona. Progetto di Massimiliano di passare in Italia per ricevere la corona imperiale. Massimiliano si porta a’ confini dell’Ungheria con speranze di successione per la malattia del re Uladislao.

In questo stato adunque e in tanta sospensione delle cose, fu il primo movimento dell’anno mille cinquecento sei la partita di Fiandra del re Filippo per passare per mare in Spagna, con grande armata. La quale andata per facilitare, temendo pure che ’l suocero non gli facesse con gli aiuti del re di Francia resistenza, si era, governandosi con l’arti spagnuole, convenuto con lui di rapportarsi nella maggiore parte delle cose al suo governo: che avessino a comune il titolo de’ re di Spagna, come era stato comune tra lui e la reina morta; e che l’entrate si dividessino in certo modo: per il quale accordo il suocero, ancora che non bene sicuro dell’osservanza, gli