Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. II, 1929 – BEIC 1846262.djvu/193

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libro settimo ‐ cap. v 187

polari in parte eguale, se ne concedessino per l’avvenire due parti al popolo rimanendone una sola alla nobiltá: alla quale deliberazione, per timore che non si facessino maggiori scandoli, acconsentí Roccalbertino Catelano che invece di Filippo di Ravesten, governatore regio allora assente, era preposto alla cittá. E nondimeno i popolari non quietati per questo, suscitato fra pochissimi dí nuovo tumulto saccheggiorno le case de’ nobili; per la qual cosa la maggiore parte della nobiltá, non si tenendo piú sicura nella patria, se n’uscí fuora. Ritornò di Francia a Genova subitamente, intese queste alterazioni, il governatore con cento cinquanta cavalli e settecento fanti, ma non potette, né con la autoritá né con le persuasioni né con le forze, ridurre in parte alcuna le cose a stato migliore; anzi bisognandogli spesso accomodarsi alle volontá popolari, comandò che alcune altre genti che lo seguitavano ritornassino indietro. Da’ quali princípi diventando la moltitudine continuamente piú insolente, ed essendo, come comunemente accade nelle cittá tumultuose, il reggimento, contro alla volontá di molti popolari onesti, caduto quasi interamente nella feccia della plebe, e avendo creato da se stessa per capo del suo furore uno magistrato nuovo di otto uomini plebei con grandissima autoritá (i quali, acciò che il nome gli concitasse a maggiore insania, chiamavano tribuni della plebe) occuporno con l’armi la terra della Spezie e l’altre terre della riviera di levante, governate per ordinazione del re da Gianluigi dal Fiesco. Querelossi di queste insolenze al re in nome di tutta la nobiltá e per l’interesse suo proprio Gianluigi; dimostrandogli il pericolo manifesto di perdere il dominio di Genova, poiché la moltitudine era trascorsa in tale temeritá che oltre a tanti altri mali aveva ardito, procedendo direttamente contro alla autoritá regia, occupare le terre della riviera: essere facile, usando con celeritá i rimedi convenienti, il reprimere tanto furore mentre che ancora non aveano fomento o sussidio da alcuno; ma tardando a provedervi, il male metterebbe, ogni dí piú, maggiori radici, perché la importanza di Genova per terra e per mare era tale che inviterebbe facilmente qualche