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contadini con carri carichi di fieno; in modo che occupatala senza alcuna difficoltá, e aspettata senza fare strepito la venuta delle altre genti che erano vicine, furono non solo entrate prima dentro, anzi quasi condotte in su la piazza, che in quella cittá, grandissima di circuito e vota di abitatori, fusse sentito il romore: camminando innanzi a tutti il cavaliere della Volpe co’ cavalli leggieri, e il Zitolo di Perugia e Lattanzio da Bergamo con parte de’ fanti. Ma pervenuto il romore alla cittadella, il Dressina governatore di Padova in nome di Massimiliano, con trecento fanti tedeschi che soli erano a quella guardia, uscí in piazza, e ’l medesimo fece con cinquanta cavalli Brunoro da Serego; aspettando se, col sostenere quivi lo impeto degli inimici, quegli che in Padova amavano lo imperio tedesco pigliassino l’armi in loro favore. Ma era vana questa e ogni altra speranza, perché nella cittá, oppressa da sí subito tumulto e nella quale era giá entrata molta gente, nessuno faceva movimento; in modo che, abbandonati da ciascuno, furono in breve spazio di tempo, con perdita di molti de’ suoi, costretti a ritirarsi nella rocca e nella cittadella; le quali essendo poco munite bisognò che in spazio di poche ore si arrendessino liberamente. E cosí, fattesi le genti viniziane padrone del tutto, attesono ad acquietare il tumulto e salvare la cittá; la maggiore parte della quale, per la imprudenza e insolenza d’altri, era diventata loro benevola: non avendo ricevuto danno se non le case degli ebrei e alcune case di padovani che si erano scoperti prima inimici del nome viniziano. Il quale dí, dedicato a santa Marina, è ogni anno in Vinegia, per deliberazione publica, celebrato solennemente, come dí felicissimo e principio della recuperazione del loro imperio. Commossesi alla fama di questa vittoria tutto il paese circostante; ed era grandissimo pericolo che Vicenza non facesse per se stessa il medesimo se Costantino di Macedonia, che a caso era quivi vicino, non vi fusse entrato con poca gente. Recuperata Padova, i viniziani recuperorno subito tutto il contado, avendo in favore loro la inclinazione della gente bassa delle terre e de’ contadini; recuperorono ancora