Pagina:Guicciardini, Francesco – Storia d'Italia, Vol. II, 1929 – BEIC 1846262.djvu/319

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libro ottavo ‐ cap. xi 313

credeva, subito che il bastione fusse spugnato, la battaglia alla muraglia, si disarmò senza avere tentato cosa alcuna.

Perdé Cesare per questa esperienza interamente la speranza della vittoria; e però, deliberato di partirsene, condotta che ebbe l’artiglieria in luogo sicuro, si ritirò con tutto l’esercito alla terra di Limini che è verso Trevigi, il settimo decimo dí dapoi che si era accampato a Padova, e poi continuamente si condusse in piú alloggiamenti a Vicenza; ove ricevuto il giuramento della fedeltá dal popolo vicentino, e dissoluto quasi tutto l’esercito, andò a Verona: disprezzato, perché non erano successi ma molto piú perché erano, e nello esercito e per tutta Italia, biasimati maravigliosamente i consigli suoi, e non meno le esecuzioni delle cose deliberate. Perché non era dubbio che e il non avere acquistato Trevigi e l’avere perduto Padova era proceduto per colpa sua; similmente, che la tarditá del suo venire innanzi avea fatta difficile l’espugnazione di Padova, perché da questo era nato che i viniziani avevano avuto tempo a provedersi di soldati, a empiere Padova di vettovaglie e a fare quelle riparazioni e fortificazioni maravigliose. Né egli negava questa essere stata la cagione che si fusse difesa quella cittá, ma rimovendo la colpa dalla varietá e da’ disordini suoi e trasferendola in altri si lamentava del pontefice e del re di Francia che, con l’avere l’uno di loro concesso l’andare a Roma agli oratori viniziani l’altro avere tardato a mandare il soccorso delle sue genti, avevano dato cagione di credere a ciascuno che si fussino alienati da lui, onde avere preso animo i villani delle montagne di Vicenza a ribellarsi; e che avendo consumato nel domargli molti dí aveva poi trovato per la medesima cagione le medesime difficoltá nella pianura, e che per aprirsi e assicurarsi le vettovaglie e liberarsi da molte molestie era stato necessitato a pigliare tutte le terre del paese: né solamente avergli nociuto in questo la tarda venuta de’ franzesi, ma che se fussino venuti al tempo conveniente non sarebbe seguitata la ribellione di Padova; e che questo e l’avere il re di Francia e il re d’Aragona licenziate l’armate di mare aveva poi data facoltá